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Esteri Glasgow, Cop 26 e Crescita SOS



Un programma molto serrato e vitale quello della COP 26 per difendere e proteggere il pianeta dove tutti noi viviamo.
Si parla della deforestazione, del fatto che si deve porre fine all’uso del carbone, ridurre drasticamente le emissioni di metano.
Tanti impegni che i Governi dovranno prendere in carico.
Ma lo faranno veramente?
Sapranno svincolarsi dallo strapotere delle multinazionali che dominano, con la loro immensa quantità di denaro disponibile, tutto e tutti?

Riportiamo qui un breve estratto del libro “Crescita SOS, Semplice, Ordinaria, Sostenibile” di Colombini Corrado, che parla di questo importante problema …
“… nel libro viene trattato il problema della Crescita Economica Indiscriminata a danno dell’ambiente e si illustra come la Crescita SOS, Semplice Ordinaria e Sostenibile, sia la strada per far sì che anche le future generazioni possano avere una vita sul nostro Pianeta.
La Crescita SOS è la crescita che ogni Popolo deve avere per migliorare la qualità di vita individuale, non creare danni all’ambiente naturale e non distruggere le risorse non rinnovabili.
Non è possibile continuare all’infinito lo sviluppo demografico che in trecento anni ha portato gli abitanti della terra da 600 Milioni a 7 Miliardi.
Si condivide con David Attenborough, che il Mondo Naturale sta sparendo. L’evidenza è attorno a noi. Ci porterà alla nostra stessa distruzione.
Non è possibile il voler sempre avere di più di cose non strettamente essenziali, perché questo significa essere diventati incapaci di dare il giusto valore a quanto già abbiamo.
L’uomo ha per la prima volta nella sua storia la possibilità di distruggere il Pianeta in cui vive.
Si ricordano le parole di Denis de Rougemont che, se le catastrofi sono abbastanza grandi per svegliare il mondo, ma non troppo grandi da distruggerlo, si possono chiamare pedagogiche, le sole capaci di vincere la nostra inerzia.
Oggi stiamo mettendo a repentaglio la nostra stessa esistenza sul Pianeta Terra.
Dobbiamo prendere delle decisioni.
Fare qualcosa.
Mai come in questo caso, il fine giustifica i mezzi.
La posta oggi in gioco è la sopravvivenza della nostra specie, la sopravvivenza e la vita del Pianeta Terra in cui viviamo.
Per la prima volta nella sua millenaria storia, l’uomo sta compiendo degli atti insani di tale potenza dal rischiare di mettere a repentaglio addirittura questa stessa vita.
Di fronte ad un simile pericolo non esiste azione che non sia lecito fare.
Ma soprattutto, di fronte a questo pericolo, non esiste alcuna azione che nessuno di noi deve rinunciare a voler fare ed a fare se non vogliamo veramente finire con l’essere ricordati nei lontani sfuocati misteriosi annali della storia cosmica come quegli uomini che erano appartenuti alle due, tre o quattro generazioni di esseri, che pur amavano definirsi intelligenti, che da sole erano riuscite nell’incredibile compito di distruggere la propria razza e, con essa, buona parte dell’ambiente animale e vegetale che la circondava.
… durante questi 25 anni (1990-2015) la quantità di CO2 è risultata essere superiore alla quantità emessa da tutte le attività umane nell’intera nostra millenaria storia. Responsabili principali di questa gigantesca emissione sono state le quasi 700 milioni di persone più ricche del pianeta che da sole ne hanno emesso oltre la metà!
… (parliamo di alcuni studi portati avanti da studiosi del calibro di J. Gaudrey che hanno messo in evidenza come)... la nostra vita effettivamente migliora quando il nostro reddito inizialmente sale ed arriva, diciamo per esempio, a ventimila Dollari ma che dopo avere superato questa soglia la correlazione fra aumento del reddito ed aumento della qualità di vita viene persa.
… secondo il geniale pensatore Rumeno (Nicholas Georgescu-Roegen), se la nostra razza umana dovesse continuare nell’attuale percorso economico di consumo ad oltranza... il nostro Mondo non morirebbe di una lenta morte termica (come molti potrebbero invece, quasi ottimisticamente pensare) ma di una rapida e violenta morte provocata dal caos venutosi a creare per la mancanza di energia utilizzabile.
… (citiamo) l’economista Yannick Rumpala che con molta immaginazione ed ingegno inventa un arguto paragone.
Rumpala paragona infatti il passaggio dal vecchio tipo di Crescita Indiscriminata alla Crescita Semplice Ordinaria e Sostenibile al passaggio dai Sistemi Dittatoriali ai Sistemi Democratici.
… ambientalisti del calibro di Mathis Wackernagel, fondatore e presidente del Global Footprint Network, hanno identificato in circa due ettari lo spazio necessario a livello individuale affinché noi si possa continuare ad avere un regime di vita sostenibile in grado di continuare a soddisfare le nostre complesse esigenze.
… un indicatore Nazionale che si stacca veramente dal freddo indicatore solo economico del PIL, l’Happy Planet Index.
L’Happy Planet Index, per usare le parole stesse della New Economics Foundation promotrice di questa intelligente iniziativa è... Un indice che misura quanto veramente importa, il benessere sostenibile per tutti.”

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Redazione Italiansnet.it - 2022-05-25